Rocco Ronchi

Prima della forma


Rocco Ronchi -"Prima della forma" 2001


S'immagini qualcosa di ancora più radicale di un'atrofia della memoria. Alla figura dello smemorato, che si aggira in un mondo che non riconosce più, si sostituisca quella, ancora più perturbante, di un'intera umanità che abbia dimenticato perfino la forma del proprio essere.L'amnesico, infatti, non riconosce più il "suo" mondo. Vede, ad esempio, una casa, un volto, un animale, e non è in grado di ritrovarvi le tracce della sua antica familiaritàull ˆ con esse. Quelle cose restano lì davanti a lui mute di significato. Egli è tuttavia capace di riconoscerle astrattamente come "una casa", "un volto umano", "un essere animato"... Sa insomma che cosa sono volti, case e animali.


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Conosce le differenze che intercorrono tra queste specie di esseri. La conoscenza sedimentatasi nel linguaggio ordinario lo sostiene nel suo esistenziale smarrimento donandogli comunque un elementare criterio di orientamento. Perfino questo residuo sapere è invece venuto meno nel non-mondo raccontato dai quadri di Monica Spada. Qui affiora uno stupore che si deve definire pre-umano o post-umano. Come se lo perdita di memoria fosse stata così definitiva da intaccare quella residua capacità di riconoscimento che ancora caratterizza l'amnesico. Ora non si sa più nemmeno che cosa sia volto e non volto, umano e animale, animato e inanimato. La stessa nozione di "deformazione" è inadeguata a descrivere le metamorfosi inquietanti di queste figure, perchè essa presuppone comunque lo conoscenza anticipata di una forma "regolare". Un mondo deve infatti essere "dato" perchè le sue leggi possano essere trasgredite. L'assoluta smemoratezza che caratterizza la pittura di Monica Spada ci rende invece contemporanei di quella fase critica della creazione dell'universo nella quale le cose erano ancora in gestazione, quasi indecise ed esitanti circa la loro forma. I loro limiti e i loro confini non erano ancora ben definiti e ancora mancavano i nomi che potessero identificarle una volta per tutte. Non è perciò la mutazione ad interessare Monica, ma quel punto di indiscernibilità che precede l'apparizione di "questo" o di "quello", quel punto che la filosofia indiana è solita identificare con lo formula doppiamente negativa: nè questo nè quello. In quel punto tutto si abbraccia, non per amore, ma perchèi destini degli esseri non si sono ancora disgiunti in cammini inconciliabili.


Rocco Ronchi 2001